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sabato 24 dicembre 2016

Babbo Natale Verde

Allora, domani sarà  Natale ed io, forte della mia cultura Focusiana prima e Wikipediana poi, volevo raccontarvi di come Babbo Natale non fosse realmente vestito di Rosso ma bensì di Verde.




Poi mi sono imbattuto in questo: Linkiesta - I colori di Babbo Natale non li ha decisi la Coca-Cola .
E pensare che per un momento avevo pensato che fosse realmente vestito di Verde! Quindi la storia che ho raccontato a Terence, che Babbo Natale era Verde poi, dopo aver bevuto tanta Coca Cola, diventava Rosso, non ha più alcuna valenza!

Poi mi sono detto: ma scusate, anche io non ho mica soltanto un vestito! Quindi anche Babbo Natale può decidere che un anno gli piace andare a giro con le Renne ed il suo bel vestitone Rosso e l'anno successivo ci stacca un bel vestitone Verde militare, per poi passare nell'anno ancora di poi ad un bel Bleu elettrico.




Ricapitolando, Internet mi confonde le idee... non ci sono più quelle sicurezze che c'erano quando ignoravi le cose. Oggi le risposte sono lì a portata di click! Allora bimbi l'idea che mi sono fatto di Babbo Natale è questa:

Babbo Natale vive in Lapponia, una volta era un falegname e costruiva giochi di legno per regalarli ai bambini del paese in cui viveva, Rovaniemi, aiutato da collaboratori chiamati Folletti.




Presto, la voce si sparse e, Babbo N. dovette provvedere ad aumentare la produzione di giochi. Acquistò quindi una slitta di seconda mano e si recò al più vicino allevamento di Renne e ne acquistò 8 a cui dette i seguenti nomi : Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido.
La nona renna Rudolph, si unì solo in seguito al gruppo.


Oggi Babbo N. ha diversi aiutanti ufficiali. (quelli vestiti di Rosso, che vedete nei centri commerciali o che vengono a farvi visita alla scuola materna).
Il vero Babbo N. non si veste più di Rosso per distinguersi dagli altri. Di solito non ama farsi vedere dai bimbi, per questo arriva a notte fonda per lasciare i suoi regali.
Da dove entra, nelle nostre case senza camino, questo rimane un fitto mistero. Potrebbe avere un miniaturizzatore oppure diventare trasparente. Ma questo non è importante, l'importante è che ci lasci il nostro regalone. Infatti tramite una capillare rete di telecamere e microfoni nascosti, usando anche il fantomatico sistema Echelon, riesce a captare i nostri desideri e capire se, durante l'anno, siamo stati buoni o Birbaccioni. La letterina serve come richiesta di regalo. Babbo N. sa già quale regalo portare ad ognuno di noi, ma se non riceve la letterina pensa che noi non siamo interessati a ricevere il suddetto regalo, quindi, scrivere la letterina è come dare la conferma di voler ricevere il dono per noi tanto agognato.


 Cari bimbi, spero di esservi stato d'aiuto nel capire ed interpretare la figura di Babbo Natale



Auguri!



lunedì 19 dicembre 2016

Perchè Allan Gorgar

Chiaramente non mi chiamo così, e nemmeno i miei figli si chiamano Spencer e Terence...
Ma partiamo da lontano.

Cari bimbi, dovete sapere che il Babbo è cresciuto in un Bar di periferia, ma non un circolino od una casa del popolo, ma un Bar. Per farvi un idea, come il Bar Sport di Stefano Benni
Mi piacerebbe parlarvi di questo. Ma non del Bar in quanto tale, nemmeno dei suoi singolari avventori, ma mi piacerebbe farvi calare nell'atmosfera che si respirava in quel luogo in quei giorni.

Io sono nato negli anni 70, ma non all'inizio, quasi alla fine, quindi con molta probabilità, l'epoca che ricordo io era quella degli '80.
Abitavo nel centro storico della nostra Città, il Bar si trovava a circa tre chilometri a ovest della casa; ciononostante, quando eri lì, entravi in una bolla; o per lo meno io mi sentivo così.

E' difficile spiegare una cosa che voi non avete mai vissuto. Era un epoca diversa:
Chiamavamo gli amici con uno strano telefono in bachelite che aveva un disco sopra per fare il numero, beh si! a volte usavamo anche i gettoni della SIP , che avevano un valore di 200 lire, ma ha senso parlare di Lire?

Al bar c'era il telefono a scatti. Se chiamavi all'interno della città, pagavi 200 lire e potevi parlare ore ed ore, se chiamavi fuori città ogni tot di tempo il telefono faceva degli "scatti" e tu povero sciagurato pagavi 200 lire ad ogni scatto. Più era lontano il luogo in cui telefonavi, più la durata degli scatti si riduceva, Gasp!

Se gli amici non ci rispondevano andavamo a suonargli il campanello, perché abitavano in fondo alla strada.
Quella strada era il nostro mondo. Fin qui niente di nuovo, ognuno aveva una strada, degli amici, un telefono e un piccolo mondo dove viveva. Nel mio caso però c'era il Bar.
Dal Bar ci passavano diverse persone, ognuna veniva da un posto più o meno lontano, ognuna portava delle storie con se e alcune volte alcune storie si fermavano lì al Bar.Alcune erano belle, altre noiose altre ancora misteriose. Non erano le storie ad affascinarmi ma il fatto che queste storie avvenissero al di fuori del mio piccolo mondo, al di fuori della bolla. Era come in quei vecchi telefilm in bianco e nero "Twilight Zone" "Ai confini della realtà" dove qualcuno finiva sempre in un luogo strano distopico  dove gli altri (se c'erano) ti facevano sentire alieno. Per me era un po' così. Arrivavo da casa, entravo nella bolla e lì si svolgeva tutta la vita, i personaggi che entravano nella bolla venivano da mondi lontani e avevano visto cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi... altre vere altre un po' meno, erano stati in posti e per provarlo mandavano al Bar delle belle cartoline. Posti che oggi voi bimbi (e un po' tutti) avete e abbiamo a portata di mano, ma una volta, per me, fuori dalla bolla ogni posto era esotico.

Si, si lo so vi annoio. Ma ricordate sempre che io sto scrivendo per me, e se voi bimbi un giorno leggerete, tanto di guadagnato. E' anche probabile che il blog finisca Qui! Oppure Qui! Oppure Qui! Oppure che piano piano ci prenda gusto e continui a scrivere le mie elucubrazioni.

Arriviamo al punto. Nel Bar in quegli anni avevamo i Videogiochi era il momento di passaggio tra Flipper e i Videogiochi.
Me li sono visti tutti, ho giocato a tutti, in piedi su una sedia perché non arrivavo ai pulsanti: Space invaders, Donkey Kong, Mario Bros, Pengo, Pacman, Wonder Boy, Street fighter, Bubble Bobble. Oggi quei giochi sono obsoleti, e non mi sentirete dire che erano più divertenti di quelli odierni. Funzionavano, al principio dei miei ricordi, con Cento lire per partita, poi passarono a due pezzi da Cento, si passò poi a Trecentolire, sempre per partita, dopodiché, per un breve periodo, funzionarono con due pezzi da duecentolire, giusta transizione per poi arrivare a Cinquecento lire ed attestarci lì per parecchio tempo.
Vi dicevo della transizione. Arrivarono i Videogames, ma noi avevamo sempre posto per un Flipper.
La licenza del Bar diceva che si potevano tenere fino a sei giochi elettronici, questo faceva del Bar  quasi una vera e propria sala giochi. Gli altri bar potevano averne soltanto tre, ma la licenza del Bar era più vecchia delle altre degli altri bar e così il suo limite era sei.
Per un periodo ci furono quattro Videogames e due Flipper poi un Flipper solo e infine sei Videogames.
Ma perché vi dico questo? Forse perché non sono sano di mente! ma fino ad oggi mi sembra non essere il solo.
Vi dico questo perché ci fu un giorno che arrivò Lui :
Gorgar!



Gorgar, è stato il primo Flipper parlante, almeno così mi par che dica Wikipedia, di sicuro è stato il primo del Bar:

Non mi ricordo quanti anni avevo, ma quel cattivone mi faceva proprio un grande Terrore! Parlava, mi guardava con occhi maligni, aveva un cuore pulsante che batteva sempre più veloce fino a quando tutte le tue palline non finivano in buca!
Il ricordo è rimasto lì, custodito all'interno della bolla del Bar fino al momento in cui è arrivato internet, e il mio ricordo del Flipper Terrificante che mi spaventava e nel mio ricordo diceva : Allan Gorgan!
Ha preso forma ed è diventato:
Gorgar Speaks! questo era il suo vero nome, non  Allan Gorgan, bensì Gorgar e Allan lo avevo aggiunto io così, arbitrariamente, storpiando una delle sette parole che usava per comporre le sue terribili frasi.


domenica 18 dicembre 2016

Mi Presento

Mi chiamo Allan,
vivo in un piccolo paese alle pendici del mondo.
Ho due figli, Terence e Spencer, a cui vorrei lasciare i miei pensieri scritti.
Probabilmente non li leggeranno mai e mai forse li leggerà nessuno, ma a me in questo momento
piaceva scrivere.

Questo blog non serve a niente ed è per questo che lo scrivo.